Teatro

Al Valli di Reggio Emilia torna lo storico Rinaldo di Pier Luigi Pizzi

Al Valli di Reggio Emilia torna lo storico Rinaldo di Pier Luigi Pizzi

Venerdì 27 (ore 20) e domenica 29 aprile (ore 15.30), l’opera -  che qui debuttò nel 1985 -  conclude la Stagione di Opera 2011-2012. Ottavio Dantone dirige l’Accademia Bizantina

“Rinaldo”, che andrà in scena al Teatro Municipale Valli venerdì 27 alle ore 20 e domenica 29 aprile alle 15.30 – a conclusione della Stagione di Opera -  è uno tra gli spettacoli più belli firmati da Pier Luigi  Pizzi: storico ma ancora freschissimo, nonostante i suoi quasi trent’anni (debuttò nel 1985 a Reggio Emilia) , rivive grazie alla coproduzione tra il Teatro Alighieri di Ravenna, I Teatri di Reggio Emilia e il Comunale di Ferrara.
In un marmoreo salone di palazzo secentesco i personaggi, in azzurro-oro i cristiani, in rosso porpora i saraceni, si muovono trasportati su ‘macchine’ - cavalli, troni e barche - mosse da un formidabile squadrone di mimi che svelano agli occhi del pubblico la macchina teatrale, l’artificio, che è uno dei punti di forza dell’opera barocca.
“Nella concezione dello spettacolo l’asso nella manica – sottolinea Pizzi - fu di inserire macchine sceniche umanizzate. L’utilizzo di queste macchine era comune nella scenografia barocca, così pensai di affidare all’uomo il compito di dare mobilità al dispositivo scenico, decisi che fossero dei figuranti a movimentare l’impianto e a far circuitare i personaggi su appositi carri. Questi mimi interamente vestiti di nero e mascherati come nel teatro giapponese kabuki, sono diventati i veri protagonisti dello spettacolo perché proprio a loro era affidato il compito di animare l’intera regia”. Oggi, a differenza del settecento, il pubblico non ha familiarità con gli eroi cavallereschi messi in scena da Händel, per questo, secondo il regista, è opportuno rappresentare i personaggi come se fossero delle icone, delle statue su piedistalli, in grado di evocare la maestosità dell’arte barocca, ma con quella sottile ironia che caratterizza un sapiente uso della citazione visiva.

Quello che viene dunque messo in scena in questo Rinaldo è Il “rituale del teatro”, il cui motore, afferma il regista, è la musica: “Il libretto dell’opera è solo un pretesto, come spesso accadeva nel teatro barocco. Fortunatamente la musica è un formidabile motore e la successione delle arie non genera monotonia ma anzi spinge l’azione in modo vivo ed energico”.

Il capolavoro handeliano segnò il debutto del compositore a Londra e la prima rappresentazione, al Teatro di Haymarket il 24 febbraio 1711, fu un successo abilmente orchestrato dal drammaturgo e impresario Aaron Hill. Il Rinaldo fu anche la prima opera totalmente in italiano ad andare in scena nella capitale britannica. Il giovane Händel la compose in soli quindici giorni, riadattando in parte partiture scritte durante gli anni trascorsi in Italia e che lo avevano reso famoso. Rinaldo fu un successo di lunga durata, tant’è che fu più volte ripreso per vent’anni e oggetto di due rifacimenti: il primo nel 1717, il secondo, più incisivo, nel 1731. Proprio il riutilizzo di arie precedenti e le modifiche apportate nel tempo dallo stesso Händel hanno suggerito a Pizzi e a Dantone di rivedere in parte la struttura dell’opera con lo spostamento di alcune arie e tagli di recitativi funzionali alla drammaturgia inscritta nel libretto. La vicenda è collocata a Gerusalemme nel 1099. Negli ultimi giorni dell’assedio che mise fine alla prima crociata, i cristiani, capeggiati da Goffredo di Buglione, sono opposti ai saraceni guidati dal re Argante. Il libretto di Aaron Hill, tradotto da Giacomo Rossi, è tratto dalla Gerusalemme liberata di Tasso e dall’Orlando furioso di Ariosto. L’abile Hill vi introdusse il personaggio di Almirena, figlia di Goffredo e promessa sposa di Rinaldo, arricchendo di significati la vicenda di Rinaldo e Armida, l’incantatrice, regina di Damasco.

Accanto a Ottavio Dantone e all’Accademia Bizantina, figurano nel cast vocale alcuni fra i massimi interpreti di questo repertorio: Maria Grazia Schiavo (Almirena), Riccardo Novaro (Argante); Roberta Invernizzi (Armida) Marina De Liso (Rinaldo); Goffredo (Krystian Adam), il Mago Cristiano (Antonio Vincenzo Serra), William Corrò (Araldo), Lavinia Bini (Sirene e Donna al seguito della maga Armida). Le complesse coreografie dei carri sono coordinate da Roberto Maria Pizzuto, le luci sono di Vincenzo Raponi. (u.s.)

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